“Quanto usiamo il francese”
"C' est la vie"
Come ogni mattina al dolce suono del
carillon, Henriette si sveglia e accende
l’abat-jour, apre la finestra che da sul
parterre, si infila il
bustier, le
culotte, i
collant e si lega i cappelli in uno
chignon con un
foulard. Per non restare in
déshabillé, sopra la
lingerie indossa un
tailleur beige e in una nuvola di
eau de toilette sceglie tra i
bijoux una
parure con
collier che le mette in risalto il
décolleté. Dopo aver dato il
gourmet al suo
bichon frisé, Henriette tira fuori dal
garage la
coupé cabriolet per recarsi alla
boutique di una
griffe à la page quando
en passant, uno strano
déjà-vu le fa imboccare un
cul de sac. Arrivata alla
boutique, Henriette compra un
tutu di
tulle con
paillettes e inserti in
lamé e fa colazione con dei
beignet un
croissant e una
crêpe prima di recarsi a uno spettacolo di ballo
burlesque e
cabaret. Si prepara
all’ouverture indossando il
tutu e di fronte al pubblico si esibisce in una
révérence, un
plié e un
arabesque, mah…! Henriette non ha il
physique du role per essere un'
étoile e la sua
première diventa un
exploit di
gaffes. Per riprendersi dalla bruciante
défaillance come
soubrette, Henriette si concede un pranzo in un
bistrot dove mangia una
baguette, delle
omelette al
gratin con
champignons flambés, e per
dessert un
profiterole e della
crème brûlée accompagnata da una
flûte offerta da un
sommelier col
papillon. Sfoggiando
charme e
nonchalance, Henriette si allontana senza pagare il conto con spirito da vera
bohémienne. Si reca quindi allo
chalet dove con il suo
savoir-faire esercita la professione di
cocotte e il
concierge l’accompagna in una
suite per un
rendez-vous con un noto
viveur con il
toupet amante di bondage che le propone un
ménage à trois con un
clochard. Ma il povero
clochard non può permettersi il
cachet di Henriette e si deve accontentare di toglierle una
guêpière prima di far ritorno alla
roulotte senza aver soddisfatto le proprie fantasie di
voyeur. Dopo il
tour de force con il
viveur, Henriette porta i soldi nel
caveau e fa tappa in palestra per
cyclette e tapis roulant. Indossa una camicia di
chiffon coi
volants, una
longuette bordeau à pois con
plissé e sceglie una
pochette in
pendant con la
longuette per prepararsi à un
tête-à-tête con un gigolo con cui ha un
affaire. Lui, astuto
tombeur de
femmes che lavora come
croupier alla
roulette del casino,
d'emblée le da
forfait. Per superare l’ennesima
débâcle, Henriette visita al
vernissage di un
atelier dove ammira dei quadri in
trompe-l’œil dipinti
en plein air si concede una
manicure e indossato un
gilet di lapin si reca a una degustazione di
nouvelle cuisine dove riesce a entrare grazie a un
passe-partout che si era procurata con un
escamotage degno di una
femme fatale da
film noir. Scegliendo dal
menu à la carte ordina del
camembert, del
pâté de foie gras, e la spécialità dello
chef: un trionfo di
escargots su un letto di
cordon bleu ricoperto da
crème Chantilly. Henriette si abbuffa soddisfatta senza preoccuparsi della
silhouette e giunta a casa trascorre la serata davanti alla TV gustandosi un
frappè in una comoda
salopette. Guarda una
réclame, un drammatico
reportage, e un vecchio classico d’essai e sdraiata sulla
moquette si dedica al
découpage, al
bricolage e fa anche un
collage ritagliando
brochure e
dépliant. Terminato il film d’essai indossa un
négligé e con la sua
mise molto
chic e un po’
osée spegne l’
abat-jour senza perdere il
bon ton. C
’est la vie, Henriette, cadere nei
clichés per sfuggire alla
routine…
VERONICA ARGIOLAS
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